Mamme porche al telefono

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“Caro diario,
la mia voglia non ha più limiti, devo assolutamente raccontarti cosa mi è capitato ieri pomeriggio.
Mentre stavo cucinando, mio figlio e alcuni suoi compagni d’università sono tornati a casa e si sono chiusi in camera a studiare dopo aver mangiato tutti insieme a casa nostra.
Mentre sparecchiavo la tavola, due di loro sono scesi in cucina e stavano uscendo per fumare una sigaretta in giardino, e quando mi hanno vista chinata mentre caricavo la lavastoviglie, si sono avvicinati e hanno iniziato a provocarmi.
Era da un sacco di tempo che un uomo così giovane non mi dava più attenzioni, e devo ammettere che senza alcun pudore ho accettato di buon grado i loro commenti spinti. Uno di loro ha chiuso la porta della stanza a chiave e dopo avermi sollevato e appoggiato al bancone, mi hanno sollevato le gambe e aprendole hanno spostato le mie mutandine rosa.
Con la lingua, entrambi hanno giocato con il mio clitoride, le loro mani percorrevano le mie curve, stringendo le tette e il mio grosso culo. Mi hanno fatto un ditalino e facendomi bagnare tutta, hanno infilato diverse dita dentro di me muovendole in modo strano sono riusciti a farmi schizzare, non mi era mai successo in vita mia.
Erano molto esperti e pieni di voglia.
Dopo avermi fatto venire due volte, hanno tirato fuori i loro cazzi. Sbattendomeli sulla faccia li ho leccati e succhiati mi tenevano la testa e la muovevano a loro piacere. Schiaffeggiandomi con la loro cappella si divertivano e godevano con la mia bocca morbida. Quando il culmine del piacere li ha travolti, mi hanno sollevato entrambi e mettendomi in mezzo mi hanno penetrato contemporaneamente davanti e dietro.
Sentivo i loro cazzi duri che sbattevano dentro di me.
Tremavo come non mai, di piacere, non volevo più smettere era un orgasmo dietro l’altra a ripetizione li ho bagnati tutti. Loro m’insultavano e mi schiaffeggiavano sul culo come fossi la loro troia, e la cosa mi piaceva un sacco.
Sono venuti dentro di me entrambi e dopo essersi fatti pulire il cazzo con la mia lingua ruvida, sono tornati a studiare.”

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