La porno telefonata fatta al mio amico

Era una di quelle serate noiose in cui il tempo sembrava dilatarsi all’infinito. La pioggia tamburellava contro i vetri, e il vento ululava come un lupo solitario.

Una bella porno telefonata per placare la mia pulsione sessuale.

Non so cosa mi sia successo ma avevo un forte bisogno di masturbarmi e l’idea nell’immediato è stata di fare una bella porno telefonata con qualcuno.

Ero a casa, sola, con il cellulare in mano e nessun piano concreto per la serata. Decisi di scrollare la rubrica dei contatti, senza un obiettivo preciso, fino a quando il dito si fermò su un nome: Marco.

Marco era uno di quei vecchi amici che non senti mai abbastanza, ma con cui ogni conversazione è sempre speciale. Avevamo condiviso anni di risate, confidenze e momenti che ancora mi facevano sorridere al solo pensarci. Ma, negli ultimi tempi, la nostra amicizia era scivolata in una comoda routine fatta di meme inviati su WhatsApp e messaggi sporadici.

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Quella sera, però, mi sentivo audace e l’idea del telefono porno, della chiamata erotica prese il sopravvento. Senza pensarci troppo, premetti il pulsante di chiamata. Dopo pochi squilli, la sua voce calda rispose dall’altro lato della linea.

“Ehi, che sorpresa!” disse lui, con quel tono genuinamente felice che mi fece sorridere.

“Ciao Marco,” risposi. “Ti disturbo?”

“Mai. Che succede?”

Iniziammo a parlare del più e del meno: il lavoro, i progetti, i ricordi di una vacanza disastrosa che avevamo fatto anni prima. Ma qualcosa in me voleva spingere quella conversazione oltre il solito confine. Non sapevo esattamente cosa mi stesse passando per la testa, ma c’era un’energia nuova, un gioco che si stava formando nella mia mente, volevo fortemente masturbarmi con lui al telefono.

Ho chiesto a Marco di fare una telefonata erotica per masturbarci insieme.

“Marco, posso chiederti una cosa?” domandai con una sfumatura di mistero nella voce.

“Certo, dimmi,” rispose curioso.

“Hai mai ricevuto una telefonata erotica  diciamo per intenderci, un po’ piccante?”

Dall’altra parte della linea, sentii una risata nervosa. “Ehm, no. Non credo. Perché?”

“Perché stavo pensando che forse potrei essere la prima a fartela.”

Ci fu un momento di silenzio. Non uno di quei silenzi imbarazzanti, ma uno che sembrava carico di aspettativa. Poi lui parlò, con una voce più bassa, più attenta.

“Sei seria?”

“Forse,” risposi, lasciando la frase sospesa nell’aria.

Non so cosa mi stesse spingendo in quella direzione. Forse era la monotonia della serata o la curiosità di esplorare un lato nuovo della nostra amicizia. Ma sentivo un brivido di eccitazione percorrermi la schiena mentre iniziavo a giocare con le mie dita, accarezzandomi e superando il confine tra innocenza e seduzione.

“Immagina,” dissi, con un tono volutamente morbido, “di essere qui con me. La stanza è illuminata solo da una candela, e fuori la pioggia continua a cadere. Sei seduto accanto a me, e io ti guardo negli occhi…”

Marco rimase in silenzio, ma il suo respiro sembrava più lento, più profondo. Sentivo la sua attenzione concentrata su ogni parola.

“E poi?” chiese lui, con una voce che tradiva un misto di curiosità e timidezza.

“E poi mi avvicino,” continuai, “mi siedo accanto a te, così vicina che posso sentire il tuo profumo. Ti sfioro la mano, lentamente, quasi senza volerlo, e lascio che il mio tocco si spinga oltre.”

La conversazione prese una piega inaspettata, ma non c’era niente di volgare o fuori luogo. Era un gioco di immagini, di suggestioni, di fantasie che danzavano tra noi senza mai diventare troppo esplicite. Marco partecipava, rispondendo con parole che aggiungevano dettagli al nostro piccolo mondo immaginario, le voci si fecero sempre più ansimanti ed io immaginavo il suo membro duro che si stava massaggiando.

Parlammo per ore, lasciando che la fantasia ci portasse ovunque volessimo. Non era solo una telefonata erotica; era un modo per scoprire un livello di intimità che non avevamo mai esplorato prima.

La sua voce si faceva sempre più calda ed insieme alla mia esplose in un quasi grido di piacere. Eravamo venuti insieme all’unisono e questo ci piacque tantissimo.

Quando finalmente ci salutammo, sentii un sorriso che non riuscivo a togliermi dal volto.

“Grazie,” disse lui prima di chiudere la chiamata. “Non dimenticherò mai questa serata.”

Riattaccai e mi lasciai cadere sul divano, ancora avvolta dall’adrenalina. Non sapevo cosa sarebbe successo dopo. La nostra amicizia era cambiata? Avevamo aperto una porta che non potevamo richiudere? Forse. Ma in quel momento non importava.

Quella notte, per la prima volta dopo tanto tempo, mi sentii viva, sfogando la mia pulsione sessuale con una semplice telefonata erotica fatta con un mio amico.

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